Autolesione
di Daniela Montella
Ho tante rigide spine colte sui polsi:
mi abbraccio forte così decorata,
animata d’istinti falsi;
sparsa e ferita, di lamette ornata,
spingo e nel seno affondo le braccia,
cercando di Amore la minima traccia.
M’hai sparso l’anima al vento
accennando un discorso cruento
(lasciandomi beata, lasciandomi basita),
m’hai fottuto il cervello
col tuo insulso carosello
(ammazzando le mie idee, la mia passera contrita);
se per te non ero niente
- niente e per sempre solo merda nella mia mente -
perché hai deriso il mio vivere, sprezzante
e l’hai reso solo polvere ansimante?
Mi hai lasciata sputtanata.
Autolesione è la mia soluzione.
Nell’acido metto il tuo placido volto:
lo trovo bello, così disciolto.
Tra righe di sangue a forza dimentico
il ricordo di te orgasmico;
ci lavo i miei marci peccati,
colma di sperma e pensieri lacerati.
Autolesione, è la mia redenzione.
Autolesione, la mia unica ossessione.
di Daniela Montella
Ho tante rigide spine colte sui polsi:
mi abbraccio forte così decorata,
animata d’istinti falsi;
sparsa e ferita, di lamette ornata,
spingo e nel seno affondo le braccia,
cercando di Amore la minima traccia.
M’hai sparso l’anima al vento
accennando un discorso cruento
(lasciandomi beata, lasciandomi basita),
m’hai fottuto il cervello
col tuo insulso carosello
(ammazzando le mie idee, la mia passera contrita);
se per te non ero niente
- niente e per sempre solo merda nella mia mente -
perché hai deriso il mio vivere, sprezzante
e l’hai reso solo polvere ansimante?
Mi hai lasciata sputtanata.
Autolesione è la mia soluzione.
Nell’acido metto il tuo placido volto:
lo trovo bello, così disciolto.
Tra righe di sangue a forza dimentico
il ricordo di te orgasmico;
ci lavo i miei marci peccati,
colma di sperma e pensieri lacerati.
Autolesione, è la mia redenzione.
Autolesione, la mia unica ossessione.
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